Riguardo il mal di montagna, si riporta di seguito qualche indicazione sulle conseguenze più gravi che può avere: l’edema polmonare e l’edema cerebrale d’alta quota.
La parola “edema” deriva dal greco “oidema” e significa, letteralmente, gonfiore. In medicina, identifica un aumento di liquido (detto “liquido interstiziale”) nei tessuti all’esterno dei vasi sanguigni e delle cellule. In generale, un edema può interessare una sola zona o anche tutto il corpo, a seconda della patologia da cui deriva.
Esempi molto semplici di edema localizzato sono, per esempio, un dito gonfio dopo uno schiacciamento, un bernoccolo o il gonfiore dopo una puntura di insetto. Ma, ovviamente, ci sono casi molto più gravi.
Un edema polmonare è un accumulo di liquido negli alveoli polmonari, che provoca un’acuta insufficienza respiratoria e aumento della frequenza cardiaca che può anche portare al collasso cardiocircolatorio.
I sintomi dell’edema polmonare d’alta quota sono la sensazione di soffocamento e il bruciore durante la respirazione. Il soggetto presenta alcuni sintomi di cianosi (labbra e orecchie diventano blu) e la saliva è schiumosa, a volte rosata. A volte, si presenta sotto forma di tosse secca, inducendo a pensare ad una bronchite.
Di solito l’edema polmonare viene durante la notte che segue ad una giornata di sforzi intensi. A livello internazionale, viene identificato con la sigla HAPE (High Altitude Pulmonary Edema).
L’edema cerebrale è invece un accumulo di liquido interstiziale tra tessuti dell’encefalo, che provoca una crescente compressione e un’ipertensione all’interno del cranio. I sintomi dell’edema cerebrale d’alta quota sono estremo affaticamento, conati di vomito e, a volte, un violento mal di testa sul quale le aspirine non hanno effetto. Il soggetto perde la lucidità e l’equilibrio, fino ad entrare in coma.
Ai sintomi di edema cerebrale va prestata la massima attenzione, perché non è detto che si verifichino tutti insieme. A volte, si limitano ad una forte stanchezza e a disturbi dell’equilibrio o del comportamento. A livello internazionale, viene identificato con la sigla HACE (High Altitude Cerebral Edema).
Dall’edema si può guarire, ma in entrambi i casi l’urgenza è massima. Il soggetto deve essere immediatamente portato a quota più bassa o messo in camera iperbarica (nell’immagine, camera iperbarica al Laboratorio-Osservatorio Piramide, 5.050 metri di quota). Anche alcuni farmaci possono essere d’aiuto (per esempio, i corticosteroidi) ma devono essere somministrati sotto stretto controllo medico.